A caccia di neve

"Domenica andremo sulla neve".

Standing ovation di tutta la parte giovane della famiglia ancora ignara delle modalità di questa gita.
Sono cresciute e riteniamo sia questo il momento giusto per proporre una uscita che permetta loro di vivere la neve sotto un punto di vista diverso dal solito.

Segue dunque la precisazione..."questa volta, non giocheremo e basta. Questa volta ci misureremo con la neve. Misureremo la nostra capacità di affrontarla, di camminare affondando i piedi durante il cammino, affronteremo la fatica di camminare in montagna..."

E' con questo spirito che affrontiamo la proposta della sezione CAI del nostro paese chiamata " A caccia di neve" che ci porterà, partendo da Fuipiano- in Valle Imagna -, al Rifugio Resegone.

Partiamo di prima mattina ben equipaggiati




Siamo già nel mese di marzo ma è stato un anno generoso di neve e le guide esperte del CAI ci dicono che il nostro desiderio di vederla e di toccarla sarà esaudito.

E in effetti, notiamo che gli alberi sono già liberi ma il sentiero è ancora tutto coperto della coltre bianca che è ancora soffice e in alcuni tratti senza impronte...

"Papy, dammi la mano, non voglio entrare nella portantina. Adesso voglio camminare.


E' una giornata tersa. Una di quelle giornate in cui, se sono a casa, io dico " vorrei essere in montagna". 
E oggi non siamo a casa! 
Siamo qui. E respiriamo a pieni polmoni questa atmosfera, questo nostro stare bene insieme, questo sentire i raggi del sole sulla pelle e questa aria frizzante che ci entra nelle narici e ci fa il solletico.
Respiriamo e camminiamo lentamente. E' più faticoso rispetto a quando si cammina in montagna d'estate.
Ma è meraviglioso.


Ascoltiamo il nostro passo lento mentre affonda; produce un rumore a volte sordo, a volte croccante a seconda della consistenza della neve.
Intanto lo sguardo si perde nella bellezza del paesaggio. 
Le Orobie. Le montagne che abbiamo lì, dietro casa e che troppe volte, per pigrizia, abbiamo osservato solo dal basso.



Arrivati ad un certo punto del nostro cammino la parte giovanissima della famiglia reclama la portantina. E noi gliela concediamo volentieri. Con i piedi penzoloni la nostra cucciola con i suoi quattro anni di vita - l'escursionista più giovane del gruppo - si potrà godere con maggior piacere l'escursione.


Dopo circa due ore di cammino ci fermiamo per una breve sosta. I bambini che, durante la salita cominciavano ad accusare i primi sintomi di stanchezza, dopo un breve spuntino recuperano tutte le forze e non perdono l'occasione di sperimentare la neve a modo loro.


Complice il cielo blu ed un sole che fa brillare i cristalli di neve, per un attimo ci dimentichiamo l'obiettivo della giornata. 
Ma, richiamati all'ordine, ci rimettiamo in marcia con la voglia di affrontare la montagna e di vedere quel che ha riservato per noi.


Ci rimettiamo in cammino e più camminiamo, più veniamo colti dal desiderio di andare avanti, di metterci alla prova. Una sorta di adrenalina che non finisce mai mista ad un sentimento di profonda gratitudine per tanta meraviglia.


Davanti ai nostri occhi sua maestà il Resegone, sì proprio lui, quello che fece scomodare il Signor Alessandro Manzoni. 
Sì, perché il Manzoni di questa montagna scrisse nei sui Promessi Sposi:


il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. 



Ci siamo lasciati ormai alle nostre spalle il bosco, le piante e la vegetazione bassa; 
da questo momento ci ritroviamo sospesi nel nulla
I nostri scarponi accarezzano la cresta della montagna e camminano sul suo profilo.
Siamo completamente esposti al vento gelido che soffia venendo dal davanti, dal dietro e da entrambi i fianchi. Un sole accecante ci costringe a riparare gli occhi mentre la mente vola lontana assaporando questo momento di infinita bellezza.



Respiro a pieni polmoni. 
Respiro con il corpo e volo con la mente...
Resto volutamente indietro e il mio sguardo, in questo momento di solitudine, si perde nel nulla di questo incanto.
Osservo la nostra carovana che si è trasformata ormai in tanti puntini piccoli piccoli. 
Tre di quei puntini sono la mia vita, le cose più preziose che ho al mondo.



Guadagno strada, mi avvicino e quei puntini diventano sempre più grandi...


E poi, per fortuna, qualcuno si ferma ad aspettarmi. 
E' sempre così, sembra un po' la metafora della nostra storia, della nostra vita vissuta insieme....
Alla fine c'è sempre lui lì in fondo che mi aspetta...ed è una bellissima certezza....



- Sono stanca mamma. Ma ce l'ho fatta...
- Sei felice? Ma non aspetto la risposta. Mi basta osservare il suo sguardo per capire...



Abbiamo fatto fatica, ma siamo state brave, vero mamma?



Siete state grandi....
E adesso godetevi questi ultimi raggi di sole, scattate una fotografia di questa giornata e tenetela dentro. 
E poi, quando vi sentirete tristi, andate a cercarla nel vostro cuore. 
E starete bene di nuovo. 
Ve lo prometto.


E adesso,  zaino in spalla!
Il sole sta calando, si torna a casa!


Si spengono i riflettori su questa giornata.
I colori, da scintillanti che erano, passano ai toni dell'azzurrino e del blu. Un'altra notte sta per arrivare e poi verrà un'alba e una notte ancora ma la montagna sarà sempre lì ad aspettarci.

 Ed ora che sappiamo che la neve non è solo un gioco, ci sentiamo un po' più grandi e un po' più consapevoli delle nostre capacità.
Anche oggi siamo cresciuti un pezzettino....


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